L’ultima alba di guerra
Will oramai è abituato alla paura. Ed anche l’ennesima sortita col plotone capitanato dal fratello in cerca di avamposti dei tedeschi è quasi un’abitudine. Axel, sul fronte opposto, è al suo primo giorno di guerra, arruolato in fretta e furia e sbattuto in prima linea. Il suo unico desiderio è tornare a casa sano e salvo. In alto, nel cielo, c’è invece lo statunitense Erich, divorato dall’ambizione di ottenere il quinto scalpo tedesco e balzare di nuovo all’onore delle cronache di guerra, anche per riabilitarsi agli occhi della ragazza che lo ha lasciato. Nessuno dei tre sa che in un anonimo vagone si stanno firmando le carte per la fine della guerra. Ma è ancora notte e l’armistizio è per le 11 del mattino e non tutti conoscono, in quelle insanguinate prime linee, di quanto stanno concertando gli alti comandi…
Ci sono pagine della Storia che ovviamente finiscono nel dimenticatoio. Anche se è di dominio universale che la Prima Guerra mondiale fu paradossalmente la peggiore delle guerre come crudeltà iterativa e inutile. Le pagine di questo romanzo vanno ad illustrare il dramma di giovani vite che nell’approssimarsi dello scampato pericolo vivono ore intense e drammatiche. L’operazione didattico-educativa posta in essere da Paul Dowswell è ormai acclarata. Ripercorrere, grazie ad avventure fittizie, episodi storici con fini sostanzialmente pedagogici. Ovvio che se da una parte il testo scorre agevolmente, ha ritmo e linearità, difficilmente si potranno trovare impennate estrose, passaggi brillanti, insomma “la poesia”, crocianamente parlando. Si resta interessati allo sviluppo della vicenda abilmente architettata e si rimane convinti che in fondo anche molte letture per adolescenti abbiano un loro fascino intrinseco.