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25 marzo : IL DANTEDI’

autore: Teresa Fregola
classe: TUTTE
scuola: Scuola Secondaria di Casumaro

 

DANTE, BUSSOLA DEI NOSTRI GIORNI

 

Il Dantedì è la giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri e si celebra in Italia ogni 25 marzo.

E’ stata scelta come data per questa giornata dedicata a Dante Alighieri il 25 marzo perchè molti ritengono che il viaggio narrato nella Divina Commedia sia iniziato in quel giorno nel 1300.

Molti scrittori e disegnatori hanno raccontato la Divina Commedia a modo loro: Alessandro Barbero, Aldo Cazzullo, Luigi Garlando, Roberto Piumini e Francesco Altan, e tanti altri ancora.

Ma la Scuola di Casumaro ha ricevuto il dono più prezioso.

Lo scrittore Dario Gigli, che quest’anno “frequenta” la Scuola Secondaria di I° di Casumaro insieme tutti noi, ha regalato a tutta la scuola un suo scritto proprio per celebrare questa giornata.

E per rendere ancora più unico questo Dantedì questa mattina (25 marzo 2021) i ragazzi e le ragazze presenti a scuola, insieme ai loro insegnanti, hanno ascoltato “Dante, bussola dei nostri giorni”, scritto da Dario Gigli, letto da Teresa Fregola con accompagnamento al pianoforte del M° Denis Biancucci.

Se volete vedere il video cliccate qui:

https://drive.google.com/file/d/1amH0WUpedEDvkhWcOOUgwx8PKj5n-g-H/view?usp=sharing

 

Se volete leggere “Dante , bussola dei nostri giorni”….eccolo qui:

 

Dante, bussola dei nostri giorni

di

Dario Gigli

 

“Nel mezzo del cammin di nostra vita

            mi ritrovai per una selva oscura,

            ché la diritta via era smarrita…”

  (Inferno, Canto I)

 

Se paragoniamo i primi versi dell’Inferno alla nostra situazione attuale, forse anche noi potremmo sentirci dentro “una selva oscura”. Potremmo anche provare smarrimento e incertezza verso il futuro.

Ma non disperiamo ragazzi… perché è proprio il caso di dirlo, il Sommo Poeta ne sa una in più del diavolo e può insegnarci ad uscire anche dalle più tetre foreste… In fondo, lui, ha attraversato l’inferno…

Ha anche incontrato Ulisse che fiero gli ha detto:

 

“Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a vivere come bruti

ma per seguir virtute e canoscenza”

 (Inferno, Canto XXVI)

 

Non ci resta quindi che seguire i consigli del buon vecchio Signore di Itaca. Noi siamo esseri sociali, fatti per vivere in comunità e non come bruti isolati. Con questa certezza nel cuore, continuiamo a sperare in un futuro più sereno. Continuate a studiare però…

Dad… o non Dad… Presenza o non presenza…

Perché non vi è speranza senza conoscenza.

 

Come vi ho detto, Dante alla fine è uscito sia “dalla selva oscura” che dall’inferno.

E’ proprio ganzo ‘sto Dante…!

Ce lo racconta proprio lui in prima persona:

 

    “E quindi uscimmo a riveder le stelle…”

     (Inferno, Canto XXXIV)

 

Dante ci dice che, anche dopo il più profondo abisso infernale, si può tornare a vedere il cielo pieno di stelle… e di speranza.

Questi versi mi ricordano un altro grande uomo, Nelson Mandela, che dopo una trentennale prigionia, in una cella grande solo pochi metri quadri, scrisse questi immortali versi:

 

“Non importa quanto sia stretta la porta

Quanto piena di castighi la vita

Io sono il padrone del mio destino

Io sono il capitano della mia anima”

 

Forza ragazzi, il futuro è nostro…! E con Dante come bussola, andiamo a prendercelo!

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